Risultati e la polemica di Simone Medici alla tappa di Coppa Italia DH a Caldirola
vincono Jan Lanner del team Blackcrew e Rebecca Bruno del team Tribe Hot Bikes, Simone Medici invece ha messo in luce dei problemi che non sono da nascodere
GARE
Cello Pesenti
5/6/20254 min read
Caldirola: icona del downhill italiano, ma con che futuro?
Chiunque abbia vissuto gli anni d’oro del downhill in Italia conosce Caldirola, storica località del Piemonte che per anni ha rappresentato una tappa obbligata per rider e appassionati. Il nome “Caldirock” evoca una generazione di pionieri, quando il movimento DH muoveva i primi passi. Ma nel 2025, con un calendario nazionale sempre più esigente, sorge una domanda inevitabile: Caldirola ha ancora senso come tracciato da gara?
Una pista che il tempo non ha cambiato
Il tracciato di Caldirola è rimasto praticamente invariato nel corso degli anni. Quello che un tempo era considerato tecnico e completo, oggi appare datato. La pista è veloce, pedalata, ma non particolarmente impegnativa, né dal punto di vista fisico né tecnico. La prima parte è dritta, con lunghi rilanci e poco margine per fare davvero la differenza con la guida.
Il fondo argilloso è un’altra caratteristica da non sottovalutare: duro e scivoloso da asciutto, viscido e traditore da bagnato. In entrambi i casi, il grip è precario. Si prosegue con una sequenza di curve veloci, dove mantenere il ritmo è fondamentale: se si sbaglia l’ingresso, la velocità si perde e non si recupera facilmente.
Più avanti, un breve tratto in pendenza regala qualche emozione in più, con cambi di ritmo e qualche spunto tecnico, ma nulla che oggi possa essere considerato selettivo. Gli ultimi metri scorrono rapidi e poco memorabili, chiudendo un tracciato che, nel complesso, non valorizza né il talento dei rider né il potenziale delle bici moderne.
Icona sì, ma non più riferimento
È giusto riconoscere a Caldirola il ruolo di pietra miliare per il downhill italiano. Ha segnato un’epoca e ha contribuito a far crescere un’intera generazione di rider. Ma nel 2025, in un panorama nazionale dove le piste si evolvono per offrire sfide sempre nuove e stimolanti, la sua presenza nel calendario solleva qualche dubbio.
Ma parliamo della gara e dei sui protagonisti
Sabato – Prove a rilento, qualifiche tirate
Il sabato è iniziato con le prove ufficiali al mattino e nel primo pomeriggio, ma non senza difficoltà: le lunghe code all’impianto hanno rallentato tutto.
Chi aveva girato il venerdì in prova libera si è trovato con un bel vantaggio in termini di confidenza e linee già pronte.
Nel pomeriggio si sono svolte le qualifiche, e questi sono stati i migliori tempi:
Donne – Qualifiche
🥇 Sofia Priori – 3'06".726
🥈 Rebecca Bruno – 3'09".409
🥉 Lisa Gava – 3'12".117
Uomini – Qualifiche
🥇 Jan Laner – 2'41".702
🥈 Andrea Bonanomi – 2'45".201
🥉 Christoph Moser – 2'46".282
Menzione speciale per Gregorio Arnoul, junior (Under 19), che ha fermato il cronometro su 2'45".375: un tempo che lo avrebbe messo virtualmente terzo assoluto.
Domenica – Poche prove, tanta sostanza
Domenica mattina era prevista un’ultima sessione di prove per affinare linee ed errori.
Peccato che, ancora una volta, le code all’impianto abbiano permesso solo uno o due giri effettivi, nonostante l’organizzazione abbia cercato di rimediare allungando un po’ il tempo a disposizione.
La manche di gara si è svolta senza intoppi, e non sono mancate le sorprese.
Tra le donne, Sofia Priori, dominatrice delle qualifiche, ha perso ritmo e ha chiuso quarta. A prendersi la scena è stata la giovanissima Rebecca Bruno, classe 2009, che ha portato a casa la sua prima vittoria assoluta, battendo per soli 34 millesimi Eleonora Guglielmi. Terza Lisa Gava, staccata di 5 decimi. Un podio veramente stretto, tutto deciso al millesimo.
Donne – Gara
🥇 Rebecca Bruno
🥈 Eleonora Guglielmi – +0.034
🥉 Lisa Gava – +0.500
Tra gli uomini, in testa nessuna sorpresa: Jan Laner e Andrea Bonanomi hanno confermato le posizioni della qualifica. La novità arriva dal terzo posto, conquistato da Samuele Cavina, che ha messo dietro Moser con una run più pulita.
Uomini – Gara
🥇 Jan Laner
🥈 Andrea Bonanomi
🥉 Samuele Cavina
CLASSIFICHE COMPLETE
Giovani a manetta: segnatevi questi nomi
Tra gli Allievi (Under 17), impossibile non notare Thomas Bruno, che ha messo giù un tempo clamoroso: terzo assoluto, a 2 secondi e 4 decimi dal miglior tempo. Un risultato che parla chiaro.
E ancora più impressionante il risultato tra le più giovani: Martina Spinello, classe 2011, del team Santa Cruz BMT, ha vinto la categoria Esordienti, ma il suo tempo le sarebbe valso il sesto posto assoluto tra le donne. Numeri da tenere d’occhio.
WEEKEND DI GARA NON PRIVO DI POLEMICHE
Il weekend di gara a Caldirola non è stato solo cronometri e podi. A infiammare l’atmosfera ci ha pensato Simone Medici, rider di esperienza e uno che non ha certo bisogno di presentazioni. È stato lui a dare voce al malcontento generale.
"Mi sono rotto il c***o" – ha detto senza troppi giri di parole, portando alla luce problemi che molti altri atleti più esperti hanno condiviso.
Il fatto: trackwalk cancellato senza preavviso
Tutto è partito sabato dopo le qualifiche. Secondo programma, ci sarebbe stato il trackwalk ufficiale, ma appena 15 minuti dopo la fine delle run, l’impianto di risalita era già stato chiuso.
Di fatto, gli atleti non hanno nemmeno avuto il tempo di rifiatare, passare dai box, cambiarsi e tornare in cima. Risultato? Trackwalk saltato.
Quando alcuni rider — Medici in testa — hanno chiesto spiegazioni all’organizzazione, si sono sentiti rispondere con un atteggiamento giudicato freddo e poco collaborativo. Solo un’ora dopo, durante la riunione tecnica, la linea sembrava essere cambiata, ma ormai il disagio era fatto.
Domenica: comunicazioni poco chiare e prove “fantasma”
Domenica mattina, il copione si è ripetuto. Il prolungamento degli orari di prova (pensato per compensare il caos del giorno prima) non è stato comunicato in modo chiaro a tutti i team.
Convinto di non riuscire a fare una seconda discesa, Medici ha deciso di utilizzare quel tempo per un trackwalk personale. Ma una volta a bordo pista, ha iniziato a vedere atleti scendere — in un orario che ufficialmente non risultava da programma.
Il gesto: ritiro in segno di protesta
Stanco della situazione e per lanciare un segnale forte, Simone Medici ha scelto di fermarsi a pochi metri dall’arrivo durante la manche di gara, ritirandosi come forma di protesta.
Un gesto chiaro, fatto per chiedere rispetto e attenzione verso tutti quei rider che dedicano tempo, energie e passione al downhill, e che spesso si trovano a gareggiare in contesti dove la logistica e l’organizzazione non sono all’altezza.
"Non voglio creare polemiche inutili, ma serviva un segnale. Gli atleti devono essere ascoltati".
La sua presa di posizione ha aperto un dibattito importante: al di là delle classifiche, serve che anche l’organizzazione delle gare cresca di livello, per non far perdere credibilità al movimento e rispetto verso chi lo porta avanti ogni giorno.
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